

Arianna D'Alterio Bosio
@Arianna D'Alterio Bosio
Biografia
Arianna D’Alterio Bosio (Brescia, 2002) si è formata in Arti Multimediali presso l’Università IUAV di Venezia e attualmente vive e lavora a Roma, dove approfondisce la sua ricerca attraverso un Master in Studi e Politiche di Genere. La sua pratica si sviluppa tra performance, video e installazione, con particolare attenzione al corpo come spazio politico, estetico e relazionale.
Al centro del suo lavoro vi è una riflessione sull’identità come processo aperto e in costante trasformazione, segnato dal contatto, dallo sguardo e dalla vulnerabilità. La pelle, intesa non come confine ma come superficie di relazione, diventa spazio sensibile in cui si inscrive l’esperienza soggettiva. L’esposizione del corpo, in questa visione, non è solo visibilità, ma un atto di apertura e interdipendenza — quella che Jean-Luc Nancy ha definito expeausition, ovvero essere come pelle esposta, toccabile: materia che si manifesta nel suo relazionarsi.
Questa prospettiva si riflette anche nell’uso dell’immaginario pop, che diventa dispositivo di confessione e riscrittura: un luogo di proiezione dove l’intimità si fonde con l’immaginario condiviso. Attraverso frammenti, sovrapposizioni e anacronismi, con la sua ricerca tenta di far emergere memorie e tensioni sommerse. Muovendosi tra corpi e immagini porose, la sua ricerca genera superfici di identificazione che non raccontano identità stabili, ma performano possibilità Ogni opera diventa così un gesto di esposizione del segreto, una costellazione di scarti e immaginari, un invito a condividere nuove narrazioni incarnate.
Con Valeria Sola (progetto collettivo nato a Venezia intorno al 2024) continua ad esplorare la dimensione fluida e malleabile del non professionismo, inteso come pratica orizzontale di apertura. Valeria Sola è un gioco d’identità, un’utopia intima ma accogliente, dove il confine tra singolare e plurale si dissolve, muovendosi tra pratiche somatiche e discorsive che fanno di corpi e ambienti strumenti trasformativi.
Tra le sue recenti esperienze: una residenza al Museo Novecento di Firenze e la partecipazione al festival Match SSS… (a cura di Jacopo Miliani e Stefania Rispoli, direzione artistica di Sergio Risaliti) con "The Sweetest Hangover”. L'intervento performativo intreccia affetti, solitudini e desideri partendo dalla memoria delle monache che un tempo abitarono l’edificio; immaginando la clausura come spazio liberatorio, in cui il piacere diventa forma di resistenza. Accompagnato da Love Hangover di Diana Ross, il movimento dei corpi genera uno spazio poroso tra danza e confessione, dove il corpo si fa materia viva, in grado di trasformare sé stesso e il mondo attraverso relazioni, ritmo e desiderio.