
luca pagin
@Luca Pagin
Biografia
Luca Pagin (Venezia, 2002) si diploma nel 2025 all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Attualmente vive e lavora tra Padova e Venezia. Parallelamente al percorso accademico presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia, ha preso parte a diverse esperienze professionali ed espositive. Nel 2023 ha lavorato come assistente tecnico per l’artista Giulia Cenci. L’anno successivo, nel 2024, ha partecipato alla mostra collettiva “Sein und Zeit”, a cura di Vivek Jain presso il centro di ricerca Fabrica (Treviso, Italia). Nel 2025 prenderà parte alla residenza “Mares x Ruins 2025”, curata da Amina Berdin e Tatiana Pallenzona a Bosco Marengo (Alessandria, Italia).
Attraverso l’esplorazione delle tradizioni e delle memorie personali e collettive, il suo lavoro si propone di indagare le complesse relazioni tra cultura e individuo.
Reimmaginando dispositivi legati ai rituali intimi della vita quotidiana, gesti come la cura del corpo vengono reinterpretati con l’intenzione di ridefinire il rapporto tra l’individuo, le sue abitudini, la vita sociale e l’intimità. L’oggetto, che diventa scultura, si fa così strumento per risignificare ed elevare atti, oggetti o momenti effimeri della quotidianità.
Il tema dell’origine e della sua ricerca è spesso presente e rappresenta una chiave interpretativa importante nel suo lavoro. L’idea di origine non è concepita semplicemente come parte di un passato cronologico: essa è contemporanea al divenire storico e continua a operare in esso. L’originario continua incessantemente a vivere nel sempre-presente. L’Arcaico è così inteso nel suo significato etimologico come ciò che è vicino all’“Arkè”, ovvero l’origine, un’origine che continua a vivere incessantemente nel presente costante.
Il cammino verso il presente, in questo senso, assume la forma di un’archeologia, che non regredisce verso un passato lontano, ma piuttosto verso ciò che, nel presente, non possiamo mai vivere e che, rimanendo non vissuto, viene incessantemente risucchiato verso l’origine, senza mai poterla raggiungere.
Nel suo lavoro emerge l’urgenza di tornare a un presente in cui non siamo mai stati, dividendo il tempo, trasformandolo e mettendolo in relazione con altri tempi.
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