Capofortuna

Enrico Scapinelli
@Enrico ScapinelliScultura
- Edizione: 2025
- Anno opera: 2025
- Altezza cm: 162
- Larghezza cm: 40
- Profondità cm: 44
Descrizione
“Palline ripiene di terra del vecchio macero dove lavorava il nonno di Marco, una vita da contadino nella bassa. Ma che fortuna! Solo oggi potete averle con estrema facilità e subito. Io una volta ho aspettato un’intera estate perché mia mamma non voleva abituarmi male. Solo oggi invece ne ho fatte uscire ben tre, dicono che fa bene alla salute e all’ambiente. Scaccia i cattivi pensieri e contrasta il cambiamento climatico. Inserire un euro e girare la manopola per la felicità a buon mercato” Enrico Scapinelli.
Capofortuna ironizza sulla facilità con cui oggi siamo in grado di ‘acquistare’ una coscienza pulita: bastano pochi secondi, un gesto meccanico, e ci si sente in pace con il pianeta. In un sistema dominato dall’istantaneità delle logiche commerciali del turbocapitalismo, anche il rapporto con l’ambiente può essere ridotto a un’esperienza breve, un sollievo prêt-à-porter.
La poetica di Scapinelli si configura come una ricerca volta a evidenziare gli effetti socio politici e ambientali del consumismo e dell’ipertecnologizzazione, adottando – e al tempo stesso sabotando – il linguaggio visivo stesso delle agenzie che ne hanno istituzionalizzato l’estetica. Una critica che prende forma attraverso una pratica fondata sul recupero e la trasformazione di materiali industriali e naturali, riassemblati per mettere in crisi l’immaginario della produzione e del progresso.
L’installazione agisce così come lente critica sulle abitudini della contemporaneità, in cui l’eco-ansia può essere sublimata in piccoli riti autoassolutori, dove la terra stessa diviene gadget pseudo-terapeutico da distributore automatico. Confezionando l’emergenza climatica come merce dal carattere nostalgico, l’artista presenta Capofortuna come, allo stesso tempo, un gioco e un piccolo inganno: un contentino, un placebo green che ci ricorda quanto sia semplice vendere l’idea della salvezza e quanto più difficile sia, invece, assumersi la responsabilità di coltivarla.
Testo critico di Margherita Arduini Heuberger
Tecnica
terra di campo, distributore di palline in acciaio e plexiglass