Dov’è il bambino?

“Dov’è il bambino?” è una domanda che negli ultimi anni ha accompagnato la mia ricerca, e che trovò come risposta da parte degli adulti presenti un silenzio, che ho cercato di indagare tentando di restituire consistenza a questa perdita. Lo sforzo di rispondere costituisce per me il tentativo di ricostruire una storia non vissuta. L’evento natale è una tragica caduta, un pericoloso scivolare in un mondo incompatibile con l’esistenza intrauterina. Un distacco, quello tra madre e figlio, al termine del quale sembra che il feto non accetti di uscire da una situazione di simbiosi privilegiata, come se il suo rifiuto si esprimesse attraverso le difficoltà di adattamento al nuovo ambiente in cui, col suo corpo, si trova a convivere. Nel caso del lutto neonatale il feto non prende una forma concretamente visibile al di fuori delle simulazioni prenatali materne e il fatto di non rendere concreta l’effettiva nascita e insieme assenza del figlio, lascia nella madre un vuoto difficilmente colmabile. Tutto ciò che è stato diventa privo di senso adesso, il peluche perde la sua consistenza tattile e rassicurante acquisendo un valore tragico. (vincitrice premio ARTbite x Cramum 2022)