Fuma, sgrida e bevi
Descrizione
Fuma, sgrida e bevi cattura un frammento di quotidianità sospeso tra intimità e tensione. Tre figure abitano la scena: una intenta a fumare, immersa nel proprio silenzio; un’altra con un bicchiere in mano, colta nell’atto di bere; e infine una terza che, con il braccio teso, sembra rimproverare o ammonire. Gesti semplici, ripetuti, ma qui cristallizzati in una dimensione ambigua, a metà tra l’ordinario e il teatrale.
La forza dell’opera risiede nella capacità di trasfigurare un episodio apparentemente comune in un momento universale: un piccolo conflitto domestico che diventa metafora di rapporti di potere, incomunicabilità e rituali sociali. Il segno grafico minuzioso – fatto di puntini e linee che si addensano fino a creare trame ipnotiche – restituisce non solo la fisicità dei corpi e degli oggetti, ma anche la materia stessa del tempo e della memoria. Ogni tratto è un atomo che costruisce l’esistenza, ogni dettaglio una particella di ricordo, al tempo stesso reale e inventata.
L’opera non si limita a rappresentare, ma destabilizza: lo spettatore è posto di fronte a una scena che conosce, eppure la percepisce come straniante, come se i protagonisti recitassero ruoli in un rituale senza fine. Così, Fuma, sgrida e bevi diventa una riflessione sulla fragilità delle relazioni, sulla memoria che ricostruisce e distorce, sul peso delle abitudini che ci legano e ci definiscono.
Tecnica