Il mio soliloquio con la pancia di mia madre

Cercare riparo è un movimento necessario per la sopravvivenza, l’azione di reinserimento nel grembo materno è il desiderio di ricollocarsi in un luogo che lo ha offerto. Qui, oscillazioni delicate e lente, si rivelano esperimenti di gioco in solitario che tendono alla scoperta attendendo una risposta che non può arrivare. Il grembo di mia madre, che è il luogo verso cui il mio errare si dirige senza trovare dimora, ora si rende ostile e volendo occupare il suo spazio come una forma non accogliente, rivendica la sua esistenza nella sua assenza di contenuto. La “frantumazione originaria”*, dove una madre accetta “di espellere un frammento vivo del proprio corpo”* e una figlia si sente “un frammento di un corpo intero e ineguagliabile”*, si riattiva nell’azione performativa. *Adriana Cavarero, Donne che allattano cuccioli di lupo. Icone dell'ipermaterno, Castelvecchi Editore, 2023, p. 8   (foto di Beatrice Valessina, presso Traffic Gallery)