Il morbo dell’albero

Queste fotografie corrispettivamente intitolate "Ostinazione alla vita" e "Il delirio di Dafne" fanno parte di un progetto fotografico estremamente personale intitolato "Il morbo dell'albero". Attraverso le finestre di queste stanze si vuole raccontare la condizione vissuta all'interno di una relazione malata, aprendo lo sguardo sulle crepe nelle quali questa pianta parassitaria trova dimora. Studiandone i sintomi dall’interno si riscontra un’immobilità tesa che intrappola in un tempo che non può andare né avanti né indietro, in cui si perde la concezione della propria storia, di ciò che si è stati e di ciò che si può ancora essere. I rami si fanno strada nella carne come a volersi sostituire allo scheletro di chi abita quei luoghi usurati, trovando dimora nelle sue ferite mai rimarginate. Tutto finisce per ricollegarsi a questo grande loop che vincola alla sua paralisi, dove il corpo finisce per confondersi con il contesto stantio, marcendo con esso e perdendo ogni connotazione riconoscibile. In questa silenziosa sentenza, si scruta qualcosa di troppo immobile per essere vivo, ma che continua comunque a respirare in una cella chiusa dall’interno, a cui sembra mancare la giusta chiave di lettura.