L’ago, luce

Matteo Trentin
@Matteo TrentinScultura
- Anno opera: 2025
- Altezza cm: 80
- Larghezza cm: 120
- Profondità cm: 40
Descrizione
Muovo dal tentativo di riattivare una fotografia, risalente al 1963, in cui i genitori di mia madre sono raffigurati su una panchina pubblica durante il loro viaggio di nozze sulle sponde del vicino Lago di Garda.
La memoria si ibrida con il paesaggio e va alla ricerca dei confini, dei luoghi di interstizio, aree di transito spesso dimenticate, recuperando in chiave immaginifica un rapporto tra luogo e sentimenti.
La panchina, che entra negli spazi della mostra come oggetto rappresentativo dell’ incontro, è il luogo metaforico sul quale si esercita la contemplazione: ci si ferma per incontrarsi,
raccontarsi, guardare un paesaggio, meravigliarsi. E’ la rappresentazione di un tempo altro, sospeso, differente da quello della performatività produttiva ed economica, nel quale ci si può attardare per una sosta.
L’intervento indaga dunque la dimensione relazionale, in un’ area di sospensione che non vuole essere solo un allontanamento dalla velocità del tempo, ma anche possibilità di rilettura del tempo stesso. Vi è un invito all’ascolto, al perdersi nelle aree marginali, al silenzio per percepire sè stessi e gli altri, al vivere in un ambiente di dilatazione spaziale. E’ un omaggio anche al sito luogo in cui l’installazione è stata presentata: si tratta di Caprino Veronese, comune situato in un crinale tra lago e montagna, luogo di passaggio e per molti aspetti decentrato, ma propulsore, nella sua storia ed anche oggi, di nuovi incontri.
Tecnica
Tecnica mista (olio, cera e combustione su stampa fotografica applicata a tessuto nautico, cucitura, panchina in legno e metallo)