Metamorphosis

Jessica Ferro
@Jessica FerroPittura
- Edizione: 2025
- Anno opera: 2017
- Altezza cm: 150
- Larghezza cm: 150
- Profondità cm: 2
Descrizione
Trittico (150 x 40 cm cad.)
“Nella sua ricerca, da tempo, si lascia stupire dalle inesauste forme della natura accogliendole con sguardo attento e appassionato per trasformarle in marchi, in matrici preziose dal fascino antico. Attraverso la tecnica della xilografia si appropria dei segni del mondo naturale - siano essi quelli di insetti, di conchiglie o di piante - incidendoli sulle matrici e riproducendoli in modo sorprendentemente sempre nuovo su stoffe o su carte. Se il metodo della stampa, infatti, è azione seriale, per la Ferro esso si carica di una dimensione nuova che lascia spazio all’imprevedibile per realizzare lavori tutti diversi. Introducendo la possibilità dell’errore durante il processo di stampa - dove con il termine errore intende la libertà di trasgredire le regole e di accogliere l’imprevisto all’interno del suo gesto artistico - ogni volta si hanno immagini intenzionalmente differenti. La produzione di un’opera, infatti, se da un lato è azione minuziosa ed equilibrata - la realizzazione di una matrice richiede un’abilità che non ammette distrazioni di sorta dove il pieno e il vuoto vanno calibrati con chirurgico rigore - dall’altro si nutre di una attenta e ponderata casualità nella quale il colore, la pressione della matrice e il supporto stesso, siano essi la carta o la stoffa, introducono elementi di costante novità che orientano la sua ricerca verso una dimensione più legata all’arte pittorica che a quella incisoria.
Attraverso le sue creazioni assapora lo scorrere del tempo, innanzitutto quello dedicato alla realizzazione della matrice - da lei definito una sorta di rituale - e di tutti quei tempi ad esso successivi interessati dall’inesauribile processo di stampa. In questo delicato passaggio dalla matrice alla stampa l’artista interviene sulle forme segmentando e in qualche modo distruggendo i lembi dell’immagine in favore di una visione meno accademica e maggiormente espressiva. Attraverso questa frammentazione delle figure - non c’è lavoro, escluse le matrici, che non risenta di questo processo - rende tanto irriconoscibili quanto enigmatiche le forme, disorientando lo spettatore e invitandolo a soffermarsi su quegli aspetti che, nella realtà, mai avrebbe considerato.
In Metamorphosis [...] tutto questo appare evidente. La Ferro ingigantisce le forme degli insetti, siano essi un’ape, una cicala o una sfinge testa di morto, fino a trasfigurarli in un fitto intrico di segni. In questo costante esercizio di dilatazione e sezionatura delle immagini, alla pari di un entomologo, indaga l’essenza più profonda degli insetti per restituirne forme tanto inedite quanto inaspettate, ambigue, eccessivamente fuori scala, pure irriconoscibili, che chiedono il coinvolgimento vigile dello spettatore per essere decodificate e riportate alla loro originaria unità. [...] ”
Giovanni Gardini
Tecnica
tecnica mista su carta giapponese intelaiata