Occhio muto

Yirong Wu
@Yirong WuScultura
- Edizione: 2025
- Anno opera: 2025
- Altezza cm: 70
- Larghezza cm: 25
- Profondità cm: 20
Descrizione
In un mondo segnato dall’alienazione, dove sorveglianza e contrapposizione si intensificano costantemente, i piccioni nelle città sono onnipresenti. Si radunano nelle piazze, si posano sui tetti o vagano per strade deserte. Sono essi oggetti di osservazione o osservatori? Simboli di libertà o allusioni al potere?
In questo confine fluido, i ruoli di osservatore e osservato si scambiano silenziosamente. Le relazioni si formano e si dissolvono. Faticosamente definiamo la nostra posizione: siamo noi a catturare la realtà o siamo immagini inquadrate dalla realtà stessa? Quando un'immagine viene fissata, nasce uno sguardo che perdura nel tempo. Anche quando ci allontaniamo, l'immagine rimane sospesa, in attesa di essere nuovamente esaminata.
In quest’opera, l’immagine del piccione proviene da uno screenshot di un video online che documenta le loro abitudini. Il ritratto umano stampato su ricevute di vendita, invece, deriva dalla fotografia di un documenti d’identità. Attraverso la combinazione di queste immagini, cerco di esplorare la relazione tra privacy e spazio pubblico nell'era digitale, e come ridefiniamo la nostra immagine sotto uno sguardo invisibile.
La struttura scultorea si fonda su un insieme di rami avvolti in tessuto blu, che si estendono nello spazio come terminazioni nervose. Originariamente strumenti di percezione naturale, i rami acquisiscono una nuova corporeità grazie alla loro copertura. Le immagini sono fissate ai rami tramite pinze metalliche e fascette stringitubo, creando un sistema di reciproca tensione strutturale.
In quest'epoca dominata da algoritmi e tecnologie digitali , il “guardare” non è più solo un atto percettivo, ma la manifestazione di una struttura di potere. La produzione e il consumo delle immagini sono modellati da algoritmi sofisticati e sistemi di sorveglianza digitale, trasformando la visione in qualcosa che va oltre l’esperienza individuale: diventa uno strumento di controllo collettivo e di riorganizzazione dell’ordine sociale. Il piccione, presenza tanto comune quanto spesso ignorata nell'ambiente urbano, diventa simbolo di questa logica. Il suo sguardo — se mai ne esista uno — rappresenta una sorveglianza invisibile, costante e silenziosa, proprio come quell'osservazione impercettibile ma onnipresente incarnata dall'identità digitale e dalle telecamere.
In contrasto con l’immagine del piccione troviamo il volto umano stampato su uno scontrino: da un lato segno della riconoscibilità dell’individuo all’interno della società, dall’altro emblema della sua trasformazione in oggetto di consumo nell’era digitale. L’accostamento di queste due immagini non si limita a interrogare il confine tra privacy e spazio pubblico, ma apre una riflessione più ampia: in un mondo governato dalla sorveglianza digitale, la nostra identità viene continuamente osservata, frammentata e ricomposta.
Tecnica
Tecnica mista. rami, tessuto lycra, pinza metalica, gesso, fascetta stringitubo, fotografia.