Sabotaggio

Quest'opera fa parte di una serie di "photo booth", autoritratti automatici scattati nelle cabine per fototessere. In questo progetto è implicita la relazione tra lo spazio privato e quello pubblico. Pensiero, concetto-idea; Il formato tessera deriva da una parte di storia che ha contribuito nel bene allo studio e alla conoscenza, e nel male all’espulsione e alla ghettizzazione. Nello scatto l’individuo che ruolo ha, se ce l’ha? Al soggetto spetta soltanto di ridare una versione veritiera di sé stesso, e in questa parte mi piace pensare che il controllo sulla nostra persona deve e può rimanere lecito. Siamo quello che l’esterno vuole che siamo? Nella ricerca di una risposta mi sono permessa di immaginarmi in versioni e visioni differenti, che sfuggissero alla rappresentazione normativa e asettica delle immagini destinate al riconoscimento della nostra persona. Un modo forse per sfuggire al controllo e vivere anche solo per poco delle personalità diverse che sabotano l'idea di un'identità fissa, riconoscibile e sfruttabile. I personaggi provengono da un immaginario collettivo, di fantasia e non. Il progetto si interroga su cosa voglia dire oggi realizzare un autoritratto.