Super-facies

Giovanni Amato
@Giovanni AmatoPittura
- Edizione: 2025
- Anno opera: 2024
- Altezza cm: 38
- Larghezza cm: 28
- Profondità cm: 1
Descrizione
Gilles Deleuze nella sua opera “Mille Piani”, ci offre l’opportunità di immaginare il volto come paesaggio e di raffigurare il corpo come una superficie oltre che come una mappa. Lo psicologo afferma che: “L’architettura pone i suoi insiemi, case, villaggi o città, monumenti o fabbriche, che funzionano come visi in un paesaggio che essa trasforma. La pittura riprende lo stesso movimento, ma anche lo inverte, disponendo un paesaggio in funzione del viso”.
Con questa introduzione di matrice filosofica e letteraria, gli eleganti paralleli tra paesaggio e corpo, la commistione tra elementi antropomorfici e dati geografici e cartografici, ci conducono verso una dimensione che tende all’astrazione seppur partendo da principi fenomenici e reali. In termini più concreti, Super-facies ha l'obiettivo di approfondire in modo analitico la geografia dello spazio pittorico e soffermandosi sul dettaglio o sul microcosmo epidermico, azzera così tanto le distanze fisiche con lo spettatore da apparire nel medesimo istante sia elemento riconducibile (tramite la nostra esperienza ottica) ad un qualcosa di familiare, sia soggetto non più riconoscibile in quanto tale. L’obiettivo è quello di allontanarsi dalla dimensione figurativa in senso tradizionale e di avvicinarsi a quella informale, porsi tra naturalismo e astrazione, tra realismo e destrutturazione formale mantenendo l’elemento che si sta analizzando per ciò che è, o meglio, con un semplice pretesto di focalizzazione massima sul particolare, allontanarsi da quello che generalmente viene considerato iperrealismo. La pelle essendo apticamente in contatto con il tempo e assumendo il valore di orologio biologico, ci parla increspandosi e arricchendosi di dettagli, gli anni la plasmano e la trasformano accompagnandola, come detto poc’anzi, verso una dimensione (pittoricamente parlando) astratta. In quanto mappa della memoria o del tempo, ho scelto di dare all’epidermide questo duplice valore. Se da un lato, figurativamente parlando, la pelle con il suo corrugarsi si struttura e si complica prendendo sempre più le sembianze di una mappa o di una cartina, dall’altro lato invece il tempo agisce su di essa privandola di forma e portandola nella dimensione dell’ intangibile.
Tecnica
Pastelli secchi su carta