Un filo che naviga ancora

Martina Taddeucci
@Martina TaddeucciPittura
- Edizione: 2025
- Anno opera: 2024
- Altezza cm: 100
- Larghezza cm: 80
- Profondità cm: 5
Descrizione
Cullata dal rumore/ della tua macchina da cucire/ forse ho solo gli occhi chiusi/ e ricordo./ Cosa siamo/ se non scampoli di ciò che è passato?/ È reale?/ O è solo un filo che naviga nella mia memoria/ pensieri bucati/ pungono come spilli./ Essere decorose/ immobili in un sorriso./ Sacrifici in silenzio/ cuciture salde/ promettimi/ reggono il tempo./Il progetto parla di donne e di un mestiere, quello della sartoria, associato da sempre al mondo femminile e che ha caratterizzato la vita delle donne della mia famiglia, dalla mia bisnonna fino a mia mamma. Il mestiere della sarta è quello che ha concesso a tante donne nel corso della storia di poter lavorare. E lavorare ha significato per molte emanciparsi, poter guadagnare dei soldi propri, poter provvedere economicamente alla famiglia, avere una vita al di fuori della propria casa, non dipendere economicamente da altri se non da loro stesse. Il mondo della sartoria è una parte fondamentale della mia infanzia; la maggior parte dei ricordi legati a mia nonna sono di lei che cuce nel suo laboratorio, gli scaffali pieni di rocchetti di filo con cui mi piaceva giocare, o della sua auto piena di vestiti da consegnare o degli abiti che mi confezionava quando ero bambina. Senza rendermene conto sono cresciuta avvolta in stoffe colorate, circondata da macchine da cucire e da donne meravigliose che hanno lavorato tutta la vita in un ambito che sicuramente le appassionava ma che era anche stato frutto di sacrifici e bisogni.
Tecnica
Stoffe cucite dipinte con colori ad olio, straccio sporco