Vetri aperti alla pioggia

Descrizione
Una mia allucinazione visiva ricorrente è l’uomo nero, una figura maschile completamente nera, persino all’interno; una figura stabile ma evanescente nei dettagli. Sta in piedi con le braccia lungo i fianchi, sempre fermo, rivolto verso di me. Ha il potere di moltiplicarsi in tanti uomini neri identici e sa spostarsi nello spazio pur rimanendo immobile: non vedo lo spostamento ma solo il suo risultato; senza movimento, ad ogni batter d’occhio è più vicino. A volte si mostra in tutta la figura, a volte si mostra per metà, coperto per l’altra metà da una colonna o parete.
Le stanze nelle fotografie sono scompartimenti della mia mente. L’uomo nero intruso nelle stanze è il sintomo che fa intrusione nella mia mente, è la mia allucinazione, o più in generale la psicosi. La protagonista è la stanza, la quale sta subendo l’arrivo dell’uomo nero nel proprio spazio. Per questa ragione l’uomo nero non occupa mai il centro, in quanto intruso e non protagonista.
Il fruitore di una mostra si troverebbe al centro di una stanza riempita in ogni parete di fotografie, quindi di uomini neri. Il fruitore di un libro sfogliando le pagine vivrebbe lo spostamento senza movimento dell’uomo nero. La fruizione del progetto è un’esperienza che rimanda all’esperienza allucinatoria.
Tecnica
Fotografia